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Il Gruppo Terapeutico

  • Daniela Dalla Guarda
  • 18 apr 2020
  • Tempo di lettura: 3 min

Aggiornamento: 12 mag 2020

L'esperienza di essere in un gruppo

(immagine di Maestro Yamamai)


La prospettiva di un lavoro gruppale può spaventare.

Possono emergere vissuti di vergogna e paura di non essere in grado di aprirsi e comunicare in presenza di altri. Invece quest’esperienza rappresenta un’occasione per sperimentarsi in un contesto relazionale unico: la presenza del conduttore e di un numero limitato di partecipanti (da 4 a 8 persone) crea un luogo protetto in cui la tutela dei membri del gruppo passa anche dall’accordo di reciproca garanzia di segretezza. Il gruppo è un luogo, tanto fisico quanto mentale, in cui ogni membro ha la possibilità di: - esprimere e condividere i propri vissuti, stati d’animo ed emozioni; - riflettere, pensare ed elaborare nuove possibilità, opinioni, convinzioni; - apprendere nuove modalità, alternative e più funzionali, per il proprio benessere e quello collettivo. L’esperienza del, e nel, gruppo terapeutico è affettivamente più densa rispetto al setting classico, pertanto è necessaria un’attenta selezione dei membri da parte del terapeuta, dovendo egli valutare l’adeguatezza di questo dispositivo per ogni suo elemento sulla base delle sue caratteristiche personali e del momento storico in cui si trova, a tutela tanto del singolo quanto del gruppo stesso. E’ necessario, infatti, che tanto il singolo quanto il gruppo siano adatti l’uno all’altro, perché il processo trasformativo si inneschi. Spesso il gruppo può essere l’occasione di uscire da un isolamento affettivo e relazionale profondo e le persone che più lo temono, non di rado, sono quelle che ne hanno più bisogno.


Grazie alle caratteristiche intrinseche del gruppo, favorisce lo sviluppo delle relazioni, la nascita di legami identificativi profondi e la creazione di una cultura comune; questi aspetti sono il motore di potenti meccanismi trasformativi.

Procediamo osservando quali sono i benefici che la partecipazione a un gruppo può dare all'individuo (e vice versa):


- condividendo la propria esperienza e il proprio vissuto nel gruppo ognuno ha la possibilità di cogliere il carattere universale della sofferenza, in netta contrapposizione alla sensazione di essere l'unico a provare quell'affetto o aspetto esistenziale. Fare quest'esperienza riduce il giudizio negativo di sè e può gradualmente portare a un'attenuazione dell'isolamento, percepita o reale che sia;


- venendosi a creare un movimento costante dalla fusione col gruppo alla separazione da esso, con la conseguente individuazione di se stessi, è favorita una maggiore consapevolezza della distanza relazionale adeguata alle diverse situazioni, dunque migliorano le capacità comunicative e relazionali;


- uscire dalla dinamica duale della terapia individuale permette di sperimentare una gamma di rapporti "diversi dal solito" e sviluppare una prospettiva più ampia e diversificata della propria modalità di interazione, consentendo di uscire dalla ripetizione di un canovaccio relazionale cristallizzato in un circolo vizioso talvolta distruttivo;


- rispecchiarsi nei racconti altrui permette infine di mettersi alla prova in ruoli e posizioni diverse dalla norma della propria esperienza quotidiana, questa nuova conoscenza amplia l'orizzonte della nostra coscienza di noi stessi e degli altri, permettendo non solo di riconoscere i ruoli che maggiormente si interpretano ma anche di empatizzare con il vissuto dell'altro, spesso simmetrico al proprio;


- non ultimo, aiutando gli altri, la persona sente di riuscire ad aiutare se stesso e ciò accresce di riflesso la sua autostima.



Gli effetti trasformativi del gruppo si possono rintracciare nell’alleggerimento dell’ansia, permettendo di sperimentare esperienze tollerabili e non intrusive, nel rispetto di tutti gli aspetti di sé, anche di quelli precedentemente esiliati. Grazie al gruppo ci si può sentire meno alieni, confrontandosi con altri con cui si condividono sintomi, sofferenza e altre problematiche, riconoscendoli e riconoscendosi a volte per la prima volta in un legame con altri simili a sè.


Entrare a far parte di un gruppo terapeutico è un'esperienza ricca e unica che espande la propria conoscenza di se stessi e dell'altro.

Se qualcuno tra gli aspetti trattati può esserti utile non esitare a contattarmi.




 
 
 

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Dott.ssa Daniela Dalla Guarda, Psicologa Psicoterapeuta Roma,

iscritta all’Ordine degli Psicologi del Lazio dal 2015 con il n° 21418. PI.03732980796

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